Che cosa sono le orchidee.
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Le orchidee sono piante che hanno sempre eccitato la fantasia dell'uomo per quell'alone di esotico e di mistero che le circonda, poiché i non esperti associano a questo nome le specie delle regioni equatoriali, raccolte durante le spedizioni dei secoli scorsi in luoghi di difficile accesso, e coltivabili solo in serra con particolari accorgimenti.
Dove vivono
Al contrario le orchidee sono diffuse in quasi tutti gli ambienti, dalle foreste equatoriali alla tundra, dalle foreste umide delle montagne tropicali alle regioni subdesertiche, dalla riva del mare al limite della vegetazione sulle alte montagne; sono presenti anche in Italia con più di 80 specie.
Da dove deriva il loro nome
Il nome Orchidee proviene dal termine greco "Orchis", usato per la prima volta da Teofrasto (IV-III sec. prima di Cristo), significa testicoli ed è riferito ai 2 tubercoli radicali presenti in molte piante di questa famiglia che crescono nei nostri climi. I due tubercoli erano usati allora come ancora oggi per produrre il "Salep" ritenuto afrodisiaco; questa usanza è causa, in certe regioni dell'Asia minore, della rarefazione e della scomparsa di alcune specie.
Linneo sancì ufficialmente l'uso del nome Orchis per indicare sia un genere che tutta la famiglia nel suo "Species Plantarum" della metà del 1700; questa pubblicazione e la successiva "Genera Plantarum" sono considerate le basi della botanica moderna.
La più numerosa famiglia di piante
La famiglia delle Orchidaceae è probabilmente la più grande, al momento sono circa 30.000 le specie studiate ed ogni giorno ne vengono scoperte di nuove. Oltre alle specie naturali l'uomo ha prodotto numerosi ibridi; infatti, fin dalla metà dell'ottocento, quando si compresero meglio i meccanismi della fecondazione, della germinazione e della crescita è stato tutto un susseguirsi di incroci, ad oggi quelli registrati ufficialmente sono circa 100.000.
I loro colori
I fiori di queste piante hanno colori molto vari: si va dal bianco puro fin quasi al nero attraverso tutti i colori dello spettro, i colori meno comuni sono il blu ed il nero, quelli più comuni il bianco ed il rosa con tutte le sue sfumature. Anche per quanto riguarda il profumo vi sono ampie variazioni: da fiori assolutamente inodori a quelli delicatamente o fortemente profumati a quelli che al contrario emanano odori anche molto sgradevoli. Il frutto della Vaniglia, anch'essa un'orchidea, scoperta dagli Atzechi, serve per aromatizzare cacao, gelati e dolciumi.
Fiore Nazionale
Le orchidee per la loro bellezza sono state spesso elette a fiore nazionale; ad esempio la Cattleya mossiae Park. in Venezuela, La Lycaste virginalis Linden in Guatemala, La Cattleya skinneri Lindl. in Columbia ed il Ciprypedium reginae Walt. nel Minnesota.

Che cosa distingue un orchidea da ogni altro rappresentante del regno vegetale?
Le orchidee sono considerate le più specializzate fra le monocotiledoni che sono, da molti autori moderni, ritenute il gruppo più evoluto fra i vegetali. La specializzazione di queste piante comprende sia i meccanismi della fecondazione ma anche la simbiosi con dei funghi, l'assorbimento dei nutrienti, la conservazione dell'acqua ed il meccanismo fotosintetico di tipo particolare per la crescita della pianta. I botanici, a partire da Linneo, hanno basato la classificazione delle specie vegetali principalmente sulle particolarità del fiore cioè su come sono fatti e su come sono disposti i vari elementi che lo compongono: calice, corolla, stami, ovario e pistillo.
In un'orchidea vi sono 3 stami e 3 pistilli che non sono separati come ad esempio in un fiore di tulipano ma sono saldati a formare una struttura, detta colonna, tipica di questa famiglia ed assente in tutte le altre. Il calice e la corolla sono formati normalmente da 3 pezzi ciascuno: vi sono 3 sepali e 3 petali, uno di questi ultimi è notevolmente trasformato, prende il nome di labello, spesso è più grande e diversamente colorato; ha una funzione di attrazione e praticamente funge da pista di atterraggio per gli insetti che operano l'impollinazione.
Il labello può avere le forme più varie: si va da quelli molto grandi a quelli piccoli e lineari, ve ne sono a forma di scarpetta, piatti o ricurvi, lisci, crestati o ricoperti di peli, il margine può essere liscio o abbondantemente frangiato. Talvolta, in alcuni generi, il labello è prolungato posteriormente in una appendice, detta sperone, che può essere lunga anche 20 cm o più e contiene spesso del nettare che attira gli insetti impollinatori.
I fiori delle orchidee sono talvolta singoli o più spesso riuniti in infiorescenze: le più comuni sono i racemi o le spighe, meno frequenti sono quelle ramificate.
L'ovario produce da centinaia di migliaia a milioni di ovuli che vengono fecondati dai granuli pollinici, questa unione da luogo ad altrettanti semi che, a differenza di quelli delle altre piante, sono in pratica costituiti dal solo embrione. Il frutto è una capsula che impiega da alcuni mesi a quasi un anno per maturare. I semi, trasportati dal vento, germinano e si sviluppano solo se vengono a contatto con un fungo microscopico in un ambiente adatto; la piccolissima pianta, nei suoi primi stadi di sviluppo, trae da questa simbiosi gli elementi necessari per la sua crescita.
Terrestri o epifite
Dal punto di vista vegetativo le orchidee si possono dividere in terrestri ed epifite: le prime svolgono il loro ciclo vitale con le radici saldamente affondate nel terreno mentre le altre vivono appoggiate su altre piante. Queste ultime si sono evolute principalmente nelle foreste pluviali dove si sono adattate a crescere sui rami degli alberi per raggiungere la luce che è elemento essenziale per la fotosintesi.
Terrestri o epifite
Questo tipo di sviluppo non deve far pensare, come molti credono, che siano parassite e che traggano nutrimento dalla pianta su cui crescono, al contrario sono semplicemente appoggiate sui rami della pianta che li ospita. Un particolare adattamento è quello delle epilite, specie che vivono appoggiate su rocce.
Le epifite sono diffuse principalmente nelle regioni tropicali, allontanandosi da queste il loro numero diminuisce ed aumenta quello delle terrestri a tal punto che nelle zone temperate o fredde si incontrano solo queste ultime.
La struttura vegetativa
Nelle specie terrestri non vi sono problemi per l'assorbimento dell'acqua e dei sali minerali necessari alla crescita, invece in quelle epifite questo avviene dall'acqua che correndo lungo i rami si carica di elementi nutritivi.
Le radici delle epifite ed anche quelle di molte terrestri presentano una struttura particolare detta velamen, questo è come un manicotto di 1 o più strati di cellule morte che avvolgono la radice vera e propria. La sua funzione non è ancora completamente chiara, è comunque certo che partecipa in parte all' assorbimento dell'acqua ma soprattutto funziona come una barriera per evitare la perdita della stessa per traspirazione in situazioni di aridità. Sempre per superare i periodi siccitosi le orchidee hanno sviluppato numerose strutture per l'accumulo dell'acqua e delle sostanze di riserva; fra queste vi sono i fusti ingrossati in pseudobulbi, le foglie carnose e le radici tuberose.
Le orchidee hanno dimensioni molto varie: da specie di pochi millimetri a piante di diversi metri di altezza e del peso di una tonnellata.
Le orchidee coltivate nelle serre sono specie principalmente epifite o epilite, raramente terrestri; la struttura di queste piante si può ricondurre a due tipi principali: monopodiale e simpodiale.
Le prime possiedono un fusto ad accrescimento indefinito provvisto normalmente di numerose foglie, sottile o ingrossato, eretto o ricadente, talvolta lungo alcune decine di metri come in alcune Vanilla; le radici sono presenti alla base e spesso anche lungo il fusto; le infiorescenze si originano all'ascella delle foglie.
Le specie simpodiali possiedono invece un rizoma, cioè un fusto trasformato, semplice o ramificato, generalmente strisciante; dai nodi di questo si dipartono altri fusti spesso ingrossati in pseudobulbi. Le foglie sono inserite alla base, all'apice o lungo gli pseudobulbi; le radici sono prodotte dal rizoma; le infiorescenze possono nascere sia alla base che all'apice. Alcune specie di Orchidee non possiedono foglie e la fotosintesi è svolta nelle radici, molto sviluppate, che contengono cloroplasti.
Le Orchidee non sono ne carnivore ne parassite come molti credono !!
Il nome scientifico
Le Orchidee, come tutte le altre piante, sono individuate univocamente da un nome scientifico (in latino) secondo la nomenclatura binomia stabilita da Linneo che deve rispondere alle regole del Codice di Nomenclatura Botanica.
Il primo nome, sempre con l'iniziale maiuscola, è quello del genere mentre il secondo, sempre minuscolo, è il nome della specie, questi due sono seguiti dal nome, spesso abbreviato, dell'autore che per primo ha studiato la specie e che ne ha pubblicato validamente la descrizione. Quando una specie, già studiata, viene, da un altro studioso, spostata dal genere originario ad un altro, conserva il nome specifico ed il nome del primo autore viene posto tra parentesi e seguito da quello del secondo.
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